– Sono tre gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari sull’omicidio del 29enne di Mola di Bari, Vito Caputo, morto accoltellato ieri sera durante una lite seguita ad un inseguimento in auto a Capurso, nel Barese. Si tratta di Renato e Pietro Canonico, padre e figlio di 50 e 25 anni, di Capurso, e di Fabio Domenico Chiarelli, di 26 anni, di Mola di Bari. I tre sono formalmente indagati per rissa. Padre e figlio sono difesi dagli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Loredana Manginelli. L’atto dal quale emerge che i nomi dei tre sono stati iscritti nel registro degli indagati è l’avviso di conferimento dell’incarico per l’autopsia in programma domattina presso la Procura di Bari davanti al pm Michele Ruggiero. L’esame autoptico sarà svolto subito dopo dal professore Francesco Introna.
Secondo una versione dei fatti all’attenzione degli investigatori, ieri pomeriggio, prima dell’accoltellamento, ci sarebbe stato un inseguimento tra due auto al termine del quale la Peugeot sulla quale viaggiavano i Canonico sarebbe stata speronata dal Maggiolone sul quale viaggiavano la vittima e Chiarelli. Scesi dalle auto i quattro si sarebbero affrontati a colpi di coltelli. Il movente del delitto sarebbe legato a questioni non di criminalità organizzata. Agli indagati e alla vittima i carabinieri avrebbero sequestrato i telefoni cellulari. I coltelli non sarebbero stati finora trovati.
Ai tre indagati viene contestato il reato di rissa (articolo 588, secondo comma del Codice penale) quando nella zuffa qualcuno resta ferito o ucciso. In questo caso la pena prevista per il sol fatto di aver partecipato alla rissa è compresa tra i sei mesi e i sei anni di reclusione. La scelta degli inquirenti di contestare al momento la rissa alla quale è seguito il delitto deriva dal fatto che occorre capire se l’omicidio sia avvenuto, ad esempio, in condizioni volontarie o di legittima difesa o di eccesso colposo in legittima difesa. La dinamica dei fatti, quindi, è tutta da stabilire.
Redazione