Omicidio Anna Rosa Tarantino: l’Amministrazione comunale conferma il suo impegno di parte civile anche nel terzo processo di appello
Dopo l’annullamento per la seconda volta in Cassazione della condanna dei due mandanti
BITONTO, 10 MAR 2025 – Il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, all’indomani della notizia del secondo annullamento da parte della Corte di Cassazione della condanna a 20 anni dei mandanti dell’omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di uno scontro a fuoco tra clan criminali nel centro storico di Bitonto il 30 dicembre 2017, conferma la determinazione dell’Amministrazione comunale a proseguire il proprio impegno per l’affermazione della verità e della giustizia.
Lo fa con una nota, nella quale, pur rispettando la sentenza, rivendica il dovere di continuare a tutelare i diritti della comunità bitontina, profondamente scossa dall’episodio criminale, essere vicini alla famiglia di Anna Rosa e promuovere la legalità a ogni livello.
Di seguito il testo integrale della nota del sindaco Ricci:
«Questa Amministrazione comunale ha profondamente a cuore l’esigenza di giustizia per il tragico omicidio della concittadina Anna Rosa Tarantino. Come dimostra il fatto che, pur senza farne motivo di pubblico vanto, ha coltivato con convinzione la costituzione di parte civile tanto nel cosiddetto processo di appello bis (celebrato a seguito del primo annullamento con rinvio disposto dalla Suprema Corte di Cassazione nel 2022), quanto nell’ulteriore processo per la cassazione della sentenza della Corte di Assise d’Appello di Bari, depositata nell’ottobre scorso.
Tuttavia, è sempre buona norma attendere le motivazioni delle sentenze, prima di commentarle. E, come noto, in questa vicenda saranno depositate entro i prossimi 90 giorni.
Quel che è certo è che, dopo un lungo percorso giudiziario, gli esecutori materiali dell’omicidio sono stati condannati con pronunce ormai irrevocabili.
Evidentemente, però, come emerge già dalla sentenza della Corte di Cassazione del 2022, non sono univoche le circostanze che dovrebbero condurre all’affermazione della penale responsabilità dei presunti mandante e latore del mandato omicidiario; ed è ragionevole ritenere che le lacune probatorie che hanno portato all’annullamento della prima sentenza di appello – stando anche alla requisitoria del Procuratore Generale alla scorsa udienza del 6 marzo scorso a Roma, che ha concluso per l’annullamento con rinvio della sentenza impugnata – non fossero state colmate neanche nel secondo processo di appello.
L’esercizio della giurisdizione penale, specie se nel suo massimo livello, non può né indignare, né sconcertare, perché le sentenze sono pronunciate “nel nome del popolo italiano” e, dunque, si rispettano.
Ciò non toglie che questa Amministrazione continuerà a tutelare i diritti della collettività bitontina, vulnerata dal drammatico episodio delittuoso, nel terzo processo di appello, con l’impegno e la forza di sempre volti alla affermazione della verità.
Continuerà ad essere vicina alla famiglia della povera ed innocente vittima della criminalità, che mai supererà il dolore per la sconvolgente perdita.
Continuerà quotidianamente nello sforzo, mai vano, di sensibilizzare l’intera comunità sull’importanza della legalità ad ogni livello e sulla necessità di essere sempre più uniti nell’ostacolare l’avanzata delle organizzazioni criminali, che infangano la nobile tradizione di questa città».
Redazione