Paolo Panaro ripercorre «Il viaggio di Ulisse», lunedì 9 luglio (ore 21), nel Chiostro di Santa Chiara, a Mola di Bari, per uno dei racconti d’estate della rassegna «Teatro al Chiostro» della Compagnia Diaghilev (biglietti 5 euro). Innumerevoli sono gli scrittori che hanno svelato nuovi volti dell’avventuroso protagonista narrato da Omero: Ovidio, Plutarco, Nonno di Panopoli, Dante, Baudelaire, Pascoli, Joyce, Borges, Eliade, D’Arrigo, Calasso, Vernant. E per «Il viaggio di Ulisse» Panaro ha scelto brani dalle opere di alcuni di questi autori, annodandoli al poema omerico, per costruire un unico e ininterrotto racconto. Perché raccontare i miti è il modo più immediato per esplorare il territorio della nostra psiche dove quelle storie regnano come simboli profondi. I miti dei Greci sono giunti a noi in un corpus frammentato di storie, di allusioni e in un infinito numero di varianti. E il mito di Ulisse è uno dei pochi nodi tematici su cui si fonda la millenaria cultura occidentale. Ulisse è l’eroe da imitare, il forte e coraggioso re di una piccola isola, ma anche l’uomo per eccellenza, con i suoi bisogni e le sue debolezze. Non ha voglia di partire per la guerra e si finge pazzo. Smascherato, è costretto ad assediare Troia. Alla brutalità dello scontro fisico preferisce l’uso della furbizia e della menzogna. L’odio di un dio e la sua curiosità lo spingono a viaggiare in un Mediterraneo sconosciuto, abitato da mostri, ninfe e maghe bellissime, giganti carnivori e solitari re dei venti. Ma lui non è l’eroe della partenza, è l’uomo che ritorna.
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