Sono donne il 45% dei beneficiari delle misure POR Puglia 2014/2020 destinate al lavoro
Questo è il tempo in cui dobbiamo passare alle azioni e ai fatti con cui misurare concretamente che i divari di genere, in Puglia, diminuiscono davvero grazie alle politiche regionali: questo scatto in avanti deve essere compiuto anzitutto dalle pubbliche amministrazioni che sono chiamate a realizzare obiettivi politico-strategici e a usare in modo efficace ed efficiente le risorse economiche”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio e alla Programmazione unitaria, Raffaele Piemontese, intervenendo ieri pomeriggio all’evento diffuso in streaming su “Genere e Parità. Un’agenda per la Puglia”, organizzato da CGIL Puglia dal foyer del Teatro Petruzzelli di Bari, con la partecipazione di Susanna Camusso, per nove anni segretaria generale della CGIL di cui, oggi, è responsabile delle politiche di genere.
“L’altro giorno ho avuto un primo confronto con la nuova ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, con la quale abbiamo discusso del budget da 7 miliardi e 200 milioni di euro del plurifondo che la Puglia potrà utilizzare nel periodo 2021-2027, aldilà del Recovery Plan — ha osservato Piemontese —, a conferma del fatto che le risorse ci sono e sono inquadrate in una strategia continentale per cui la parità di genere è principio centrale delle linee guida della Commissione europea”.
“Ma riflessioni e collaborazioni come quelle della CGIL Puglia, focalizzate dalla sensibilità del suo segretario Pino Gesmundo, saranno valorizzate – ha proseguito il vicepresidente della Regione Puglia – se riusciremo a dare una svolta di concretezza all’agenda di genere con cui dobbiamo integrare fra loro tutte le azioni regionali, dal lavoro, alle imprese, dalla salute alla cultura, dal welfare all’istruzione e alla formazione, coordinando i diversi settori e dipartimenti: è una sfida che sta dentro la sfida più generale che interpella tutto il sistema pubblico nazionale”.
A proposito di misurazione dei risultati, al 31 dicembre 2019, dall’analisi degli indicatori di efficacia dell’attuazione del POR Puglia FESR-FSE 2014-2020, si evidenzia che il numero di disoccupati, anche di lungo periodo, che hanno beneficiato degli interventi dell’Asse VIII, indirizzato a promuovere la sostenibilità e la qualità dell’occupazione e il sostegno alla mobilità professionale, sono stati fino al 31 dicembre 2019 complessivamente 22.514, di cui 10.081 donne, il 45 per cento.
Nella programmazione regionale tuttora in corso, sono diverse le azioni indirizzate al superamento del divario di genere. Dal “Piano di Innovazione Family Friendly nelle piccole e medie imprese” all’avviso per la “Promozione del welfare aziendale e della flessibilità nelle PMI”, da “Pass Imprese” a “Welfare to Work”, da “Mi Formo e Lavoro” a “Dote occupazionale”, da NIDI che prevede che almeno la metà sia del capitale che del numero di soci sia composto da soggetti svantaggiati tra cui le donne ai voucher per accedere a servizi di asili-nido e di assistenza per minori, anziani e persone non autosufficienti.
Dal punto di vista del riequilibrio della presenza femminile negli uffici dell’Amministrazione regionale, secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato sul conto annuale, la Puglia è la regione italiana con il valore più elevato di numero di donne in rapporto agli uomini: il tasso di mascolinità da 175 uomini per 100 donne del 2013 è passato a 150 del 2018. La percentuale di dipendenti donna laureate è passata dal 30,9% del 2013 al 41% del 2018.
- Redazione