Lo stesso governo che non ha saputo fare nulla in termini di edilizia scolastica, in relazione al covid, ricorrendo, unicamente, all’obbligo vaccinale camuffato da green pass, ne ha pensata un’altra: la trasformazione di tutti i docenti, nelle cui classi siano presenti studenti con disabilità o bisogni educativi speciali, in insegnanti di sostegno, tramite l’obbligo di un corso di formazione di 25 ore, chiaramente non retribuito.
Questa misura è l’ulteriore segnale di una situazione di tagli e risparmi indiscriminati sulla scuola pubblica, nonostante il vuoto e continuo blaterare. Ma è, in pari tempo, da considerare in una visione complessiva che, da anni, attanaglia la scuola pubblica, trasformata in un docile strumento di indottrinamento e non di promozione e produzione culturale, secondo un’ottica di semplificazione e riduzione al ribasso dei saperi, limitati al generico o al particolare decontestualizzato in funzione acritica. L’obiettivo, di carattere, chiaramente, politico, è infatti proprio questo, la messa al bando del sapere critico e la promozione di generazioni di decerebrati, funzionali alla piena attuazione del pensiero unico.
Gennaro Annoscia