Si è detto tanto di lui, si sono scritte pagine di storia su Pio XII, papa Eugenio Pacelli, sul suo ruolo durante il primo conflitto mondiale e soprattutto durante il secondo, in particolar modo sul suo presunto silenzio sulla persecuzione ebraica. La mole di materiale conservato dalla Santa Sede negli archivi, ormai aperti, non lascia dubbi sul tentativo del Papa di salvare la vita di più ebrei possibili. Pio XII conosceva bene le vicende in corso nel cuore dell’Europa, poichè era stato per oltre dodici anni Nunzio Apostolico in Baviera e nel Reich tedesco. Tentò più volte di agevolare la pace internazionale per mettere fine alla prima guerra mondiale, per nome e per conto di Papa Benedetto XV.
Foto dell’epoca testimoniano la personale solidarietà del cardinale Pacelli con i prigionieri del campo di Munster: è lui a distribuire indumenti di lana e generi di prima necessità.
Grazie ai suoi buoni rapporti con il governo germanico e con alcuni dei principali esponenti del cattolicesimo politico, fu possibile l’apertura di un importante canale umanitario.
Per non dimenticare l’iniziativa di Benedetto XV che istituì l’opera dei Prigionieri presso la Segreteria di Stato, per venire incontro alle numerose richieste di chi cercava notizie sui propri cari partiti in guerra. L’opera dei Prigionieri si avvaleva anche del lavoro di numerosi volontari impegnati in conventi e monasteri di Roma. il cardinale Pacelli tentò anche attraverso i diversi concordati di salvaguardare e tutelare il cattolicesimo, senza mai sporcarsi le mani e con lo sguardo rivolto verso i diritti fondamentali della persona.
E poi ancora i numerosi viaggi in diversi paesi mondo, accolto sempre come personaggio rispettato per la sua levatura culturale e morale. L’ascesa al trono di Pietro avviene il 2 marzo del 1939. Da Papa incontra i potenti dell’epoca, nel tentativo di evitare un ulteriore conflitto. Sulla scia della esperienza degli anni passati istituisce l’Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di Guerra, affidato al sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI.
In questi anni la macchina della solidarietà si mise in moto: giovani madri con i loro neonati furono ospitati nelle sale dell’appartamento pontificio di Castel Gandolfo, i camion del Vaticano trasportavano gli sfollati. Resta indelebile e immortalato da foto dell’epoca, Pio XII tra la gente del quartiere di San Lorenzo a Roma, dopo il bombardamento del 19 luglio del 1943. Sarà in questa occasione che la popolazione romana incoronerà Pio XII come il Defensor Civitatis.
Molte le testimonianze che confermano l’impegno della chiesa di Roma nel nascondere ebrei nei conventi e nei monasteri. Si contano circa 8500 ebrei salvati.
L’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 tra il governo Badoglio e le truppe alleate causò l’immediata reazione dei tedeschi, mentre il Re si dava alla fuga. Qualche anno prima la stampa francese (8 settembre 1942) dava notizia di una protesta del Papa Pio XII a causa delle persecuzioni in Francia contro gli ebrei.
Il 22 giugno del 1944 il rabbino francese, Andrè Zaoui, in una lettera esprime riconoscenza verso il Papa.
Pio XII, “Il giusto” per gli ebrei, l’uomo che non fece silenzio dinanzi alle atrocità delle guerre ma che si impegnò in prima persona per evitarle. Il resto lo hanno fatto i vincitori, con letture degli eventi fortemente discutibili.
Antonio Carbonara