Prostituzione minorile a Bari e tratta di organi internazionali: Antonio La Scala, ‘si intervenga’

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Sono sconvolgenti le notizie  rivelate in questi giorni dal quotidiano Il Messaggero, circa il traffico di essere umani nel litorale napoletano e la scomparsa di numerose persone sulle quali si ipotizza la vendita di organi. Si tratterebbe soprattutto di donne in gran parte provenienti dalla Nigeria e schiavizzate da gruppi mafiosi nigeriani. Ma ancora più grave è il transito di denaro registrato negli Stati Uniti e molto probabilmente legato alle attività illecite sulle quali indaga la FB e la Polizia di Caserta, Roma, Palermo e Torino e la polizia canadese. Il denaro gestito da boss statunitensi sarebbe poi reinvestito per finanziare gli scafisti che sbarcano immigrati sulle coste europee. Sul traffico di organi umani non è stato ancora fatto del tutto luce, ma quel che è certo che il fenomeno esiste e che addirittura un organo come un rene  potrebbe costare intorno ai 60 mila euro. 

 

 

In merito alla vicenda è intervenuto il prof. Antonio Maria La Scala, presidente nazionale delle associazione Penelope Onlus Italia e Gens Nova e da sempre in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne e le scomparse: “Questa notizia purtroppo non mi meraviglia, dichiara l’avv. Antonio Maria La Scala. Sono anni che in ogni circostanza ho denunciato pubblicamente la connivenza del personale sanitario, medico e paramedico. Non potrebbe mai esserci il fenomeno dell’espianto di organi da persone se non ci fosse la compiacenza e il favoreggiamento di personale sanitario. Per cui mi auspico che finalmente l’Italia e la Comunità internazionale aprano gli occhi su questo fenomeno che è veramente molto grave. Tra l’altro la vicenda appena segnalata si attanaglia benissimo ad un caso recentemente accertato a Bari,  grazie alla Dda diretta dalla dott.ssa Simona  Filoni che ha portato all’arresto di cittadini nigeriani i quali, mediante violenza, hanno indotto alla prostituzione ragazze minorenni nigeriane non accompagnate”.

Antonio Carbonara

 

 

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