Ragazze contro ragazze, quando il bullismo è una questione femminile: l’impegno del Garante delle Regione Puglia

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Lo scorso mese di dicembre nel pieno centro di Bari due ragazze minorenni, di anni 13 e 14, si sono rese responsabili di una violenta aggressione, nei confronti di una loro coetanea, “accusata” di aver intrapreso una relazione sentimentale con l’ex fidanzato di una delle due. Schiaffi, calci, pugni, pesanti insulti, un mix di violenza fisica e verbale, che ha visto come involontaria protagonista l’inerme minore.

 

Sull’accaduto è intervenuto con una nota Ludovico Abbaticchio, Garante dei Minori della Regione Puglia. Riportiamo integralmente il contenuto del comunicato.

“Come Garante regionale non posso non notare quanto si stia modificando, nello scenario attuale, lo stereotipo del bullo. L’immagine del maschio con doti fisiche e dal carattere forte sta lasciando il campo ad una figura molto più complessa e meno facilmente identificabile. Negli ultimi tempi tale figura ha incluso anche le bulle femmine, suscitando una grande preoccupazione dal momento che, nell’immaginario collettivo, le caratteristiche fisiche femminili sono molto lontane da quelle tipiche dei prevaricatori. L’aggressività femminile ha caratteristiche che spesso, ma non sempre, si differenziano da quelle maschili e rispecchiano le differenze di genere legate a radici biologiche e socio-ambientali.

I numeri sono importanti e dal nostro osservatorio rileviamo che nel bullismo tradizionale i bulli sono ancora prevalentemente maschi, ma nel cyberbullismo maschi e femmine hanno la stessa probabilità di ricoprire il ruolo di prevaricatore.

La ricerca delle ragioni di tali comportamenti ci portano nelle scuole dove le classi sono sempre più affollate e vedono la disciplina sempre meno tollerata. E poi nelle famiglie, dove l’alleanza con i docenti è saltata. Eppure un contesto familiare caratterizzato da un buon equilibrio tra la dimensione normativa e quella affettiva può rappresentare un importante fattore di protezione rispetto al coinvolgimento nel fenomeno, sia nel ruolo di vittima che in quello di bulla!

Da tempo l’ufficio del Garante dell’infanzia e dell’Adolescenza agisce nel convincimento che per prevenire serve una analisi accurata e, da tempo, su questo ha attivato una serie di programmi mirati alla educazione alla salute ed al rispetto della propria persona insieme all’Assessorato al Welfare della Regione Puglia, ai Tribunali per i Minorenni della Puglia, alle Associazioni del terzo settore, agli Enti locali, al mondo della scuola ed alle famiglie.

Il mio convincimento è che nessuno può agire da solo e solo l’azione sinergica dei tanti e differenti soggetti può modificare modalità violente che sempre più incidono nelle relazioni tra adolescenti. Come Garante ne sono convinto e lavoro per questo”.

redazione

 

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