Circa 12mila bambini e ragazzi, studenti di Bari e provincia. E il coinvolgimento di 82 scuole tra primarie e secondarie di primo e secondo grado, oltre all’Istituto Penale Minorile «N. Fornelli», i centri sociali, il campo rom di Santa Candida. Sono questi i numeri straordinari della quattordicesima Rassegna Internazionale di Cinema per la Scuola, organizzata dal Nuovo Fantarca (con la direzione artistica di Rosa Ferro, e realizzata con il contributo del MIUR MIBACT – Piano nazionale Cinema per la Scuola) che ha presentato alle migliaia di giovanissimi spettatori trenta titoli cinematografici, di cui quattro in anteprima regionale.
L’appuntamento che chiuderà la Rassegna si svolgerà mercoledì 15 maggio, alle 9,30, al Multicinema Galleria di Bari (Corso Italia 15), con le proiezioni del documentario «Alla salute» della regista Brunella Filì e del corto «In her shoes» di Maria Iovine. Le due cineaste interverranno in sala, e la loro presenza chiuderà in particolare la sezione sperimentale «GenerAction», che si occupa di formazione e laboratori sul cinema documentario per ragazzi, realizzato in collaborazione con l’associazione «On Docks», con il coinvolgimento dei ragazzi dell’Istituto Fornelli di Bari. Lì è intervenuto, a fine percorso, il regista Piero Li Donni, con i suoi lavori «Massimino» e «Loro di Napoli», scelti dai ragazzi in formazione; ad essere protagonisti sono stati anche i ragazzi dell’Istituto Gorjux di Bari, che hanno invece scelto, al termine del loro percorso, di incontrare e visionare in sala le registe Filì e Iovine. Le due proiezioni saranno aperte anche al pubblico e ad altre scuole.
«Con la sezione GenerAction – spiega Rosa Ferro – abbiamo voluto aprire all’interno della consolidata Rassegna di Cinema Scuola, uno spazio ancora poco frequentato dai ragazzi: quello del documentario, che invece a livello europeo si sta facendo molta strada presso il pubblico più giovane, anche perché i suoi linguaggi in generale sono cambiati con l’uso delle nuove tecnologie, tra modelli narrativi più accattivanti. Inoltre molti documentari, oggi, riescono a raccontare in maniera più analitica pezzi di realtà ignorati dal cinema di finzione. Il modello di GenerAction non comprende la semplice fruizione di opere audiovisive, ma prevede pure un percorso di formazione dei ragazzi che alla fine scelgono quale regista incontrare, con i relativi film. Con Filì e Iovine chiudiamo in bellezza una Rassegna che è stata davvero straordinaria».
Quanto ai due lavori, «In Her Shoes» (Italia, 2019) presenta un mondo ribaltato, in cui le donne ricoprono ruoli di potere e gli uomini si occupano della famiglia, Domenico si racconta alla figlia a partire da un tenero ricordo. In una lettera rivive la gioia della sua nascita, la sua infanzia, i sogni di una famiglia felice, ma anche le rinunce dolorose di padre e marito che hanno soffocato le sue reali aspirazioni e desideri. Attraverso immagini d’archivio, In Her Shoes riscrive la Storia: gli uomini uniti in un movimento di liberazione. Le immagini del nostro passato non raccontano più chi siamo, ma qui ci lanciano una sfida. Cosa avrebbero fatto gli uomini se si fossero trovati nella posizione delle donne? Si sarebbero uniti per far sentire le loro voci? E le donne sarebbero state a guardare o avrebbero preso coscienza del loro privilegio?
«Alla salute» (Italia, 2018), documentario molto apprezzato e premiato in diversi festival, pone innanzitutto una domanda centrale: si può essere felici nonostante una grave malattia? È ciò che si chiede Nick Difino, food performer, dopo la diagnosi di un cancro. In barba alla sua malattia, Nick è deciso a non rinunciare a ciò che lo rende felice: il lavoro, gli affetti, ma soprattutto il cibo. A sostenerlo, per fortuna, ci sono gli amici di sempre, chef e artisti da tutta Italia come Simone Salvini, Roy Paci, Paola Maugeri, ed altri. Alternando la loro voce al video-racconto del protagonista, questi ospiti d’eccezione cucinano i piatti preferiti di Nick e provano – fra un bicchiere di vino e una parmigiana di melanzane – a rispondere alla sua stessa domanda. D’altronde, lo dice Nick stesso: «La felicità si può trovare ovunque… Se la troviamo a tavola, tanto meglio!».
redazione