RESIDENZE MUSICALI MURGIANE
VIVA VERDI
Per celebrare i 120 anni dalla scomparsa di Giuseppe Verdi, va in scena uno spettacolo che media tra teatro e musica, per restituire una genuina visione dell’arte sonora del compositore di Busseto. Con uno sguardo privilegiato su arie tratte dalla celebre trilogia: «Rigoletto», «Il trovatore» e «La traviata»
Giovedì 26 agosto, ore 21
Castello Svevo – Gravina di Puglia
Giovedì 26 agosto, alle 21, nel Castello Svevo di Gravina in Puglia si svolgerà il quinto appuntamento del progetto «Residenze Musicali Murgiane», manifestazione organizzata da «Orchestra di Puglia e Basilicata» (con la direzione artistica di Francesco Zingariello), con il sostegno di Regione Puglia (nell’ambito di «Custodiamo la Cultura in Puglia 2021»), Comune di Gravina e Fondazione Santomasi. Si intitola «Viva Verdi», lo spettacolo che unirà teatro e musica per celebrare il grande compositore di Busseto, nel centoventesimo anniversario della sua scomparsa. Con quattro voci soliste, protagoniste in arie tratte dalla celebre trilogia popolare («Rigoletto», «Il trovatore» e «La traviata»): Valentina Iannone (soprano), Giovanna Racamato (mezzosoprano), Nicola Malagnini (tenore), Carlo Provenzano (baritono) saranno accompagnati al pianoforte da Angelo Nigro; ad impreziosire la messa in scena la voce narrante dell’attore Vincenzo Paolicelli, in uno spettacolo scritto e diretto dalla regista Grazia Coppolecchia.
Infotel: 349.565.78.80, dettagli sul sito www.orchestradipugliaebasilicata.it, costo biglietto unico 15 euro, prevendite a Gravina, nella Cartoleria Parrulli (via Matteotti 26).
È il Giuseppe Verdi giunto ormai alla piena maturità artistica, quello che tra il 1851 e il 1853 compone in rapida successione la cosiddetta «trilogia popolare», con tre drammi musicali che sanciscono la profondità della sua concezione drammaturgica e una padronanza totale dei mezzi espressivi. Nello spettacolo firmato da Grazia Coppolecchia, Paolicelli interpreta Giuseppe Verdi, in uno storytelling narrativo in cui si inizia dalla morte di Antonio Barezzi (imprenditore e mecenate, scopritore del talento di Verdi, nonché suocero del compositore) per raccontare una straordinaria parabola di vita e di musica, non priva di momenti di difficoltà.
«Il nostro Verdi – spiega la regista – si descriverà attraverso le varie lettere che conosciamo (pubblicate da Einaudi), da cui ho tratto vari stralci. Svelando al pubblico l’enorme lavoro che c’è dietro la composizione delle opere della trilogia. Pensiamo alla scelta di scrivere “Rigoletto” traendo spunto dal dramma di Victor Hugo “Le roi s’amuse”: Verdi sa bene che potrebbero verificarsi problemi con la censura, ed è quello che accadrà; per questo motivo chiede al librettista Francesco Maria Piave di sollecitare il Teatro La Fenice di Venezia (con il quale era stato firmato un contratto), affinché accolga il soggetto. Nel braccio di ferro finale la spunterà il compositore, che riesce a far restare la vicenda inalterata nelle sue linee essenziali».
Questo è un esempio di come «Viva Verdi» si svilupperà: non attraverso una semplice descrizione delle opere o delle arie in programma, ma conducendo lo spettatore alla scoperta dei retroscena e delle innumerevoli storie che si celano dietro la nascita dei grandi capolavori operistici verdiani. «Sul palco – prosegue Coppolecchia – ci saranno tre manichini che rappresenteranno i personaggi principali della trilogia (Rigoletto, la zingara Azucena e Violetta), insieme a oggetti emblematici che segneranno il “percorso” artistico verdiano. Partiremo da un album di fotografie che Verdi riceve alla morte di Barezzi, il cui funerale è raccontato da una voce fuori campo: ho immaginato il compositore come un sarto che cuce sui suoi manichini il miglior vestito possibile. L’obiettivo è valorizzare anche le straordinarie intuizioni di Verdi, nel prendere spunto da testi vincenti: Victor Hugo per “Rigoletto”, il dramma “El Trovador” di Antonio García Gutíerrez e “La signora delle Camelie” di Alexandre Dumas. Sarà come se questi manichini prendessero vita pian piano, sorretti dalla linfa vitale della musica verdiana».
L’impaginato coinvolgerà il pubblico sin dal Preludio di «Traviata» iniziale, «scorrerà» con il celebre brindisi e «Parigi o cara», per poi giungere alle atmosfere favolistiche de “Il trovatore”, sino ad alcune delle più famose arie di «Rigoletto» («Caro nome», «La donna è mobile» ed altre). «Viva Verdi» sarà così uno spettacolo multidisciplinare, in cui la fusione di teatro e musica verrà mediata dall’utilizzo di tecniche audio-luci innovative, per trovare il miglior impatto possibile con il prezioso ecosistema audiovisivo del Castello di Gravina.Dal 30 agosto al 4 settembre, inoltre, il festival proseguirà con una residenza musicale a Gravina, nel Palazzo Santomasi, con una masterclass internazionale di canto lirico (e il concerto finale nella suggestiva Terrazza di Palazzo Santomasi). A novembre, infine, la decennale collaborazione con l’Istituto Comprensivo «Chiarelli» di Martina Franca concluderà il progetto «Residenze Musicali Murgiane» con uno spettacolo su Gianni Rodari, intitolato «Rodari, Rodari…», in occasione dei cento anni dalla nascita del grande scrittore. La messa in scena sarà in forma d’opera, con gli studenti delle medie protagonisti in una «Favola musicale» su libretto del dirigente scolastico Roberta Leporati, e del regista Davide Garattini Raimondi, musicata da Francesco Zingariello.
redazione