Bari, è prossima l’ultimazione dei lavori per la realizzazione del nuovo terminal bus di via Capruzzi. Alll’interno di un’area dismessa della stazione delle Ferrovie dello Stato di Bari saranno resi disponibili 18 nuovi stalli per bus extraurbano. .Si concretizza peraltro un’altro intervento infrastrutturale che già fa discutere.
Dopo l’intervento assai critico della Gazzetta del Mezzogiorno, circa il traffico impazzito si susseguono altre voci di disappunto e proteste, non solo da parte dei commercianti e cittadini residenti ma sopra tutto da coloro che ogni giorno devono utilizzare
Sulla questione Interviene anche IO SUD , con una nota di Nino Monterisi, referente regionale del movimento fondato dalla Senatrice Adriana Poli Bortone, che in quella zona risiede da 50 anni.
In foto Nino Monterisi
Ricordo perfettamente il discorso dell’assessore Regionale ai Trasporti ed alla mobilità sostenibile Anita Maurodinoia quando disse:
“ Si concretizza un altro intervento infrastrutturale nella stazione centrale di Bari che la renderà hub intermodale, fulcro della mobilità urbana ed extraurbana, il tutto liberando via Capruzzi. Un intervento del valore di circa 7 milioni di euro, cofinanziati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti “
Ovviamente è facile criticare il lavoro di altri, scivolando nell’impasse che queste possano apparire strumentali specie quando questi “altri “ fanno parte di una componente politica avversa a quella di chi scrive. Garantisco però che non vi è bisogno di essere politicamente antagonisti e neppure particolarmente esperti, basta scendere in strada e, con le braccia conserte, assistere per mezz’ora di seguito a cosa succede sulla via Capruzzi.
A Bari si suol dire “ un manicomio!”
Non sono ancora del tutto terminati i lavori e già si assiste ad un traffico caotico, dovuto al fatto che la strozzatura ad imbuto che si forma alla rotatoria realizzata all’incrocio con via Giulio Petroni, non consente una fruibilità dei mezzi come si ritiene doveva essere. Per ben comprendere il dramma giornaliero di tanti automobilisti e dei servizi annessi si consideri che su un isolato di 50 metri lineari,di fronte alla stazione ,vi sono ben quattro passaggi pedonali che inficiano di fatto la presenza del semaforo;
Infattì se ci si sposta già di dieci metri dal semaforo,sulle strisce pedonali,vi è un via vai di viaggiatori o di chiunque altro intende raggiungere il centro attraverso il sottopasso della stazione centrale, e tutto ciò impedisce lo scorrere del traffico veicolare,benché anche questo è “ favorito “dal semaforo verde .
Si consideri ancora che la rotatoria realizzata,le carreggiate ristrette e l’allargamento spropositato dei marciapiedi obbliga i bus ad uno slalom che inevitabilmente blocca il traffico da e per qualsiasi direzione ; è facile quindi immaginare cosa succede in caso di pioggia o comunque di meteo avverso.
L’osservazione maggiormente corale riguarda l’eccessivo allargamento dei marciapiedi realizzati su entrambi i lati di via Capruzzi ed all’incrocio con via Giulio Petroni , allargamento effettuato in danno delle preesistenti doppie corsie per le auto che, oggi,con il semaforo rosso,e la formazione di una corsia unica,determina, su via Giulio Petroni, un’unica coda sia per svoltare a destra verso il centro che a sinistra verso il sottopasso di via Quintino Sella.
E come se non bastasse, altra grave criticità riguarda l’eliminazione totale dei parcheggi ,anche per i disabili, già preesistenti ,dall’incrocio di via Devitofrancesco sino all’incrocio con Corso Benedetto Croce, ben al di là di quanto affermato che:
“Questo intervento migliorerà la mobilità urbana, rendendo via Capruzzi più scorrevole e sicura, favorendo l’intermodalità e l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico collettivo e la mobilità lenta “– disse l’ex assessore Maurodinoia.
Ma dove ? Se si è creato disagio anche ai mezzi pubblici urbani !
L’attuale sindaco Vito Leccese ha ereditato la patata bollente e, sull’evidente scelleratezza progettuale oggi puntualizza che il progetto era delle Ferrovie e che il Comune non ha responsabilità, tuttavia vedranno come mitigare il danno, dice, facendo ricorso ai “semafori intelligenti “ ( forse qualcuno pensa che i semafori intelligenti siano capaci di recarsi nottetempo nei vari garage della zona e svuotare i serbatoi di carburante delle auto parcheggiate).
Che Leccese,nonostante la sua storica permanenza quale capo di gabinetto del Comune di Bari non fosse stato coinvolto sulla questione è possibile ma improbabile, ma affermare che il suo sindaco Decaro avesse solo subito decisioni rivelatesi , come era presupponibile,palesemente infelici e che,cofinanziate dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti siano state imposte da Grandi Stazioni, è una tesi che contrasta con l’evidenza della propaganda ed i riscontri elettorali che Decaro ha ottenuto per se, del resto il fatto che l’attuale sindaco oggi segue da vicino l’andamento dei lavori e che si accinge ad una inaugurazione trionfale dimostra che il Comune c’è, eccome che c’è.
Oggi sarebbe ragionevole convocare una conferenza stampa partecipata dai cittadini ed ,alla luce dei risultati e di fronte all’evidenza , chiedere conto agli attori del progetto , quelli che sono ancora in circolazione visto che Maurodinoia & C. si sono posti prudentemente dietro le quinte, e chissà se anche in questo caso,scavando scavando, non verrebbero fuori profili di interesse di parte.
Sono trascorsi quasi dieci anni da quando si iniziò a discutere della necessità di realizzare un terminal bus dove accogliere i tanti pullman utilizzati da pendolari e turisti per raggiungere Bari. La soluzione proposta,bocciata ed esclusa, senza procedere al necessario approfondimento, era quella di realizzare un Hub Bus nell’ampia area della Caserma Rossani, una zona che logisticamente si trova al centro, pressoché equidistante tra le fermate previste in via Capruzzi e Largo Ciaia e largo Sorrentino, proprio in prossimità di dove i mezzi erano soliti sostare e sarebbe stata strategica perché avrebbe offerto ben più ampi spazi all’interno ,che avrebbero reso possibile la creazione di un hub bus con un numero ben superiore agli attuali 18 stalli per i pullman.
Quell’area avrebbe potuto far usufruire, per i viaggiatori provenienti in auto dall’Hinterland di Bari del vicino Park & Ride di Largo due Giugno e con navette veloci si sarebbe potuta raggiungere tutta l’area davanti alla stazione, alleggerendo anche il traffico in pieno centro,di Piazza Aldo Moro.
Gli ampi spazi, opportunamente video sorvegliati per controlli di sicurezza,avrebbero consentito vasti ed utili servizi per i fruitori: attesa al coperto , l’utilizzo della biblioteca già realizzata, macchine automatiche per i biglietti, punti ristoro per partenze notturne, e la dotazione di bagni pubblici completamente carenti in questa città, il tutto senza ingolfare per intero Via Capruzzi , specie nei punti critici della rotatoria e dell’accesso al sottopassaggio di via Quintino Sella. L’accesso all’area Rossani sarebbe avvenuto da quattro diverse direttrici decongestionando il traffico, garantendo standard di sicurezza ai viaggiatori ed ai pendolari e per di più con diversa e migliore qualità della vita per i cittadini residenti nelle predette zone.
Il terminal bus realizzato,è invece, distante quasi cinquecento metri dalla stazione , distanza che ad esperti podisti, come Decaro e l’assessore Petruzzelli,non spaventava, ma che a noi comuni mortali risulta scomoda ,isolata e caotica.
Ora l’area della ex caserma Rossani è stata parzialmente resa pedonabile ,con un giardino , qualche giostrina e qualche aiuola. Tutto qui, abbiamo perso una occasione irripetibile e ora , non ci resta che piangere e rassegnarci.
Un proverbio dice “ per essere vecchio e saggio devi prima essere giovane e stupido”
Nino Monterisi.
Redazione