Il concerto tenutosi allo Sheraton Nicolaus di Bari, l’1 dicembre 2019, nell’ambito della rassegna “nel Gioco del Jazz” è stato un momento di arte pura. Sarah Jane Morris ed Antonio Forcione, con la disinvoltura dei grandi, hanno cantato, suonato, parlato e giocato con il pubblico.
Forcione gigioneggia, finge di alternarsi ad un batterista “fantasma”, usa la chitarra anche come se fossero percussioni, cerca e crea suoni innovativi, prolunga tonalità con il sorriso sulle labbra e la voglia di divertirsi, con la grazia di chi ama ciò che fa.
Morris non smette di incantarci con la sua voce calda e possente. Le canzoni sono intime e pubbliche nello stesso tempo. La vita privata di Sarah Jane si intreccia con quella politica, diventando un tutto unico. La sensazione che arriva al pubblico è quella di parlare con un’amica, che, senza infingimenti, racconta la sua storia, intrecciandola con la nostra. I testi delle sue canzoni partano con delle narrazioni personali: le sue perdite (la madre) e/o separazioni (l’ex marito) etc…, per addivenire a temi generali, quali il razzismo, il fascismo, l’inclusione, la condivisione, la violenza, l’inquinamento, le multinazionali, lo sfruttamento degli artisti. Senza eufemismi, invita il pubblico a prendere posizione nella contemporaneità, a superare la solitudine condividendo gli spazi esterni, rivolgendosi al vicino, intervenendo positivamente sui flussi migratori: insomma a partecipare al mondo e ad esserne cittadini. Ci descrive il suo punto di vista, sorridendo e piangendo, scendendo tra il pubblico, ironizzando sulla sua stessa vita (dopo una lunga narrazione sul suo ex, da cui è separata da tempo, restandone amica, precisa, divertita, che a lui tocca vivere con Donald Trump…!).
Un’ora e mezza di leggiadria, arte e politica, capace di rincuorarci e ricordarci che, da sempre, gli artisti sono i precursori di tutti i rinascimenti.
Due autentiche chicche, lo spettacolo nello spettacolo, le interpretazioni di “Message in a bottle” e “Blowin’ in the wind”.
Rossana Rignani