Alunni tutti in classe in Italia dal prossimo 26 aprile. L’anno scolastico termina di fatto i primi di giugno e in tanti si chiedono se è il caso di rischiare considerando il numero ancora elevato di contagi e i protocolli di sicurezza ancora non aggiornati. Ieri l’incontro dell’ANP (associazione nazionale presidi) con il Capo del Gabinetto dott. Fiorentino per affrontare i temi del protocollo di sicurezza per la ripresa delle attività scolastiche e per gli esami di Stato del corrente anno scolastico. Dall’incontro sono emerse alcune questioni che dovrebbero essere prese in considerazione: valorizzare i modelli di gestione precedenti, per cui a tal fine, il Capo Dipartimento Dott. Versari, emanerà a breve una nota con indicazioni tecniche per gli uffici periferici e le istituzioni scolastiche. Si è anche ribadita la centralità dei tavoli prefettizi per la soluzione di criticità territoriali: è in atto, in tal senso, un forte coordinamento con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Spazio anche alle categorie sindacali che sono state invitate a proporre soluzioni ed eventuali richieste di modifiche al protocollo degli esami siglato lo scorso anno. L’ANP ha assicurato che provvederà quanto prima al fine di contribuire alla predisposizione di un documento tecnico che sia utile e funzionale in vista dell’esame di Stato.
L’Anp tiene a precisare altri importanti aspetti.
“Abbiamo naturalmente preso atto della volontà del Parlamento di realizzare, fin dal 26 aprile, la cosiddetta ‘riapertura delle scuole’ anche se la narrazione che si sta diffondendo non è del tutto rispondente a verità: le scuole non sono mai state chiuse durante l’anno scolastico, ma hanno lavorato con enorme impegno sia quando le attività didattiche si sono svolte in presenza, sia quando queste sono state accompagnate o sostituite da quelle da remoto. Del resto, alcune scuole non possono e non hanno potuto mai garantire la presenza di tutti gli studenti nei locali scolastici, per assenza di spazi adeguati. A tale riguardo, si è ricordato quanto già previsto dal D.M. n. 39/2020, tuttora vigente, con riferimento alle scuole secondarie di secondo grado sulla possibilità di adottare forme di didattica a distanza nell’impossibilità di garantire l’attuazione delle misure finalizzate alla prevenzione e al contenimento del contagio. Abbiamo anche evidenziato che non riteniamo opportuno procedere a una mera revisione del protocollo del 6 agosto 2020: non sempre e non in tutti i territori esso è stato correttamente attuato, soprattutto a causa delle falle nel sistema dei tracciamenti delineato dal Rapporto ISS 58/2020 di cui pure, oramai da mesi, è stato annunciato un aggiornamento. Abbiamo ribadito, a tal fine, che deve essere fatta chiarezza sulle raccomandazioni del rapporto ISS 4/2021 sia per garantire l’attuazione di misure di sicurezza efficaci che vadano oltre la raccomandazione (se applicare un distanziamento di 1 m o di 2 m, se utilizzare mascherine chirurgiche o FFP2), sia per delimitare con nettezza le connesse responsabilità. Inoltre, abbiamo chiesto di fornire indicazioni coerenti con la Nota del Ministero della Salute del 31 gennaio 2021, n. 3787, che introduce la necessità del tracciamento dei contatti a basso rischio, oltre che quello dei contatti ad alto rischio (cosiddetti contatti stretti), con evidenti conseguenze sulla disposizione delle quarantene di studenti e personale e, quindi, sull’organizzazione delle scuole. Per quanto riguarda la ripresa delle attività prevista per il prossimo 26 aprile, abbiamo infine fatto presente che i tavoli prefettizi e i tavoli regionali, previsti dal Protocollo dello scorso 6 agosto, non hanno sempre prodotto i risultati attesi. L’ANP ritiene molto utile riproporre un tavolo nazionale permanente al quale, però, deve riconoscersi una funzione di stimolo e di coordinamento rispetto ai tavoli regionali, per evitare che in alcune regioni le interlocuzioni siano efficaci ed in altre, invece, la mancata partecipazione degli attori previsti ne pregiudichi l’efficace operatività. In conclusione, abbiamo richiesto di completare il piano vaccinale del personale in servizio presso le scuole per garantire le condizioni di sicurezza che, sole, possono dare continuità all’erogazione del servizio: è necessario, in particolare, che tutto il personale impegnato nell’imminente esame di Stato porti a termine la procedura vaccinale prima del suo inizio. Il Capo di Gabinetto ha assicurato tutto il suo impegno per accelerare il completamento delle vaccinazioni del personale scolastico”.
La Puglia resterà in zona rossa sino al 30 aprile, con la DID. I contagi sono in diminuzione ma sono le terapie intensive a preoccupare: ieri il 49% di posti letto occupati per casi covid.
Antonio Carbonara