Avrebbe usato l’ospedale di Molfetta (Bari) come se fosse il suo studio privato. Il sistema sanitario pubblico diventato privatistico perché anche chi era esente dal pagamento di una prestazione, pagava per velocizzarne i tempi.
È quanto avrebbe fatto un dirigente medico arrestato dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazione (Nas) per corruzione, concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, il medico cardiologo in servizio nel presidio di Molfetta, tra luglio e settembre dell’anno scorso, avrebbe usato le attrezzature e i macchinari ospedalieri per effettuare esami di fatto creando “un sistema parallelo rispetto al meccanismo di prenotazione ordinario”, spiegano gli inquirenti.
Così, avrebbe ottenuto “compensi illegali” consentendo ai pazienti di sottoporsi in modo immediato a visite ed esami che altrimenti sarebbero stati eseguiti dopo molti mesi. E chi era esente dal pagamento del ticket, avrebbe versato dai 50 ai 100 euro a prestazione, soldi che sarebbero stati intascati dal medico. Che avrebbe anche pensato a “una corsia preferenziale” per parenti e amici che “si rivolgevano direttamente a lui per eseguire le prestazioni durante l’orario di servizio utilizzando la strumentazione dell’ospedale”. Quando il professionista ha intuito di essere indagato, avrebbe anche tentato di “inquinare il quadro probatorio suggerendo ad alcuni dei suoi pazienti le risposte da fornire ai carabinieri che li avevano convocati in caserma”. Ora è in carcere (ansa).
redazione