Spettacoli delle festività imminenti al Teatro Abeliano

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Continuano gli spettacoli al Teatro Abeliano di Bari, in piena festività. Questi gli appuntamenti in programma

26 DICEMBRE ORE 18.30

CONTRATTEMPI MODERNI

Scritto da Alessandro Clemente, Alberto Di Risio, Raffaello Tullo
Regia di Alberto Di Risio

La tecnologia nasce con l’esplicito scopo di migliorare l’esistenza di ognuno di noi. Cosa fare, però, se ti accorgi che l’avanzare della tecnica sta peggiorando la tua vita?
Debutto da solista per Raffaello Tullo, fondatore e autore di tutti gli spettacoli della Rimbamband.

28 DICEMBRE ORE 21

CONCERTO DI FINE ANNO – Jazz Studio Orchestra

direttore M° Paolo Lepore

29 DICEMBRE ORE 21

STASERA NIENTE DI NUOVO

di e con Fabrizio Buompastore e Antonello Loiacono

Un teatro in allestimento, due attori, uno con manie di grandezza l’altro assetato di soldi. Uno sogna di calcare i palcoscenici più famosi del mondo con “i Giganti della Montagna” l’altro sogna di presentare il suo libro “Figli segreti e altre storie Cubane” da Barbara D’Urso. Un Pianista uscito dal conservatorio che osserva cosa lo aspetterà nel magico luccicante e a volte squallido mondo dello spettacolo.
Stasera Niente di Nuovo è un omaggio a quel teatro di rivista degli anni 60/70 quando il contatto con il pubblico era pericolosamente ravvicinato ma è anche un omaggio ad artisti come Proietti, Agus, Vianello, Tognazzi… Cosa succederà venite a scoprirlo al Nuovo Teatro Abeliano.

6-9 GENNAIO ORE 21

LA LEGGENDA DEL FAVOLOSO DJANGO REINHARDT

Adattamento Bianca Melasecchi, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa.
Regia Paolo Sassanelli.
Con Luciano Scarpa, Margherita Vicario, Eleonora Russo, Anna Ferzetti, Marit Nissen, Paolo Sassanelli
Orchestra Musica da Ripostiglio: Luca Pirozzi (chitarra e banjo), Luca Giacomelli (chitarra), Raffaele Toninelli (contrabbasso), Ruben Chaviano (violino).

Django Reinhardt è una leggenda, una vera leggenda della musica swing, del jazz e del popolo zigano. Un mito che incarna pienamente con la storia della tradizione musicale Manouche, l’et-nia zingara che si muove tra la Francia, il Belgio e la Spagna. «In questo spettacolo noi raccontiamo le gesta di un eroe che con sole tre dita cambiò la storia della musica…», scrive Paolo Sassanelli.

Un turbinio di musica, canzoni, foto, che attraversano un’epoca. Dalla Parigi degli anni Venti, che vive les annes folles, piena com’è di americani e russi che scappano gli uni dal proibizionismo, gli altri dalla rivoluzione del 1917, portando con sé la loro musica, fatta di jazz e balalaika; alla guerra, all’occupazione nazista, all’arrivo degli alleati. Un viaggio, con gigantografie riprodotte sul palco, tra caffè e cabarets, tra strade, faubourgs, e immancabili femmes fatales.

Luciano Scarpa introduce ogni tappa con i suoi divertenti commenti; le quattro attrici, davvero credibili, danzano, cantano e riempiono di “divertissement” la scena, vestite alla Josephine Baker; la musica, con le corde dell’orchestra Musica da ripostiglio, ci accompagna instancabile, avvolgente, travolgente, dirompente, per avvicinarci alla magia della leggenda di Django.

redazione

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