Prosegue la stagione 2021 del Collegium Musicum diretto da Rino Marrone, con il concerto dedicato al bicentenario della nascita di Baudelaire. Musiche di Richard Wagner, con un racconto del musicologo Sandro Cappelletto. Il giorno prima la presentazione, all’Alliance Française di Bari.
Alliance Française di Bari – Giovedì 4 novembre, ore 18,30 (presentazione)Nuovo Teatro Abeliano di Bari – Venerdì 5 novembre, ore 20,30 (concerto).
Venerdì 5 novembre, alle 20,30, al Nuovo Teatro Abeliano di Bari prosegue la stagione musicale 2021 del Collegium Musicum, con un omaggio al bicentenario della nascita del grande scrittore e poeta francese Charles Baudelaire, realizzato in collaborazione con l’Alliance Française di Bari. La serata si intitola «Baudelaire e Wagner: quando la musica si fa poesia» e vedrà il Collegium Musicum, diretto da Rino Marrone, protagonista in un impaginato con musiche di Richard Wagner: «Preludio e morte di Isotta» (dall’opera «Tristano e Isotta», nella trascrizione per quartetto d’archi di Coen Schenck) e «Idillio di Sigfrido», per orchestra da camera. Protagonista della serata sarà anche il noto musicologo Sandro Cappelletto (presente in sala), con un suo racconto dedicato al rapporto tra Wagner e Baudelaire, che ebbero in vita una virtuosa frequentazione ed amicizia. Biglietti prenotabili all’indirizzo email associazionecollegiumbari@gmail.com, con obbligo di Green Pass dai 12 anni in su. Costo 10 euro (intero), 5 euro (ridotto, per studenti, over 65 e diversamente abili). Infotel: 080.542.76.78 – 340.499.38.26.
Giovedì 4 novembre alle 18,30, nella sede dell’Alliance Française di Bari (Strada de’ Gironda 22, nella città vecchia, ingresso libero) inoltre, si terrà una presentazione del concerto, con un dialogo a tre voci fra la presidente dell’Alliance Michèle Sajous, Sandro Cappelletto e il giornalista Livio Costarella.
«Charles Baudelaire – scrive Cappelletto – non opponeva resistenza al potere della musica, che lo trascinava verso gli abissi o verso il firmamento: i due opposti sono entrambi evocati nei versi del suo sonetto, «La musique». Quando, a Parigi, nel 1860, il poeta scopre la musica dell’avvenire di Richard Wagner, la sua reazione è di immediata adesione, di entusiasmo, di antipatia feroce verso i detrattori di quello che gli appare “il più genuino rappresentante dello spirito moderno”. Di quella musica, con immediata intuizione, coglie due aspetti opposti e complementari: Wagner è uomo d’ordine e uomo di passione. Poi, puntualizza: “Qui ci interessa l’uomo delle passioni, dei sentimenti”. Nell’indagare e svelare nel profondo le più segrete, oscene pulsioni, i più indicibili sentimenti, il teatro musicale di Wagner si organizza in un flusso narrativo dentro il quale musica, parole, canto, azione, costituiscono un’unità inseparabile, si esprimono in una organicità che supera i rigidi schemi formali dell’opera tradizionale, diventata così prevedibile. Nei libretti wagneriani, che lo stesso compositore scrive, nello scorrere incessante di quelle assonanze, nei continui richiami alla centralità della memoria, nella magistrale invenzione drammaturgica del Leitmotiv, il poeta avverte una continuità di senso e di suono alla quale si abbandona. È attraverso Wagner che Baudelaire, come ha scritto Giovanni Macchia, “svolge le proprie esperienze poetiche, le documenta, ne scopre il carattere pienamente cosciente, ne addita le conseguenze, i risultati da prendere e sfruttare”».
redazione