Primo trapianto di cellule staminali su tre pazienti con sclerosi multipla: stanno bene e non manifestano effetti collaterali. L’annuncio è stato dato da Angelo Vescovi, direttore scientifico di Revert Onlus e dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo che ha ideato e coordinato lo studio, e da Monsignor Paglia, in occasione dell’Assemblea Nazionale della Pontificia Accademia per la Vita.
Pioniere della ricerca sulle cellule staminali del cervello, Vescovi aveva aperto nel 2012 la via dei trapianti per la cura delle malattie neurodegenerative, partendo dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Adesso si è avviata positivamente la sperimentazione clinica di fase I sulla sclerosi multipla secondaria progressiva.
I test sono condotti in collaborazione con la Fondazione Cellule Staminali di Terni, l’Azienda Ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, lo Swiss Institute for Regenerative Medicine e l’Ospedale Cantonale di Lugano. In ognuno dei tre interventi sono stati iniettati 5 milioni di cellule staminali nella cavità del ventricolo laterale cerebrale, in modo da favorirne la diffusione nel sistema nervoso centrale attraverso il liquido cefalorachidiano che lo avvolge per proteggerlo. A eseguire i trapianti (l’ultimo dei quali è avvenuto il 13 giugno) è stato il neurochirurgo Sandro Carletti, responsabile del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Santa Maria di Terni.
“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti in questa prima parte della sperimentazione”, afferma Vescovi guardando già al futuro: i ricercatori sono infatti in attesa dell’autorizzazione a procedere nei prossimi mesi con il trapianto di cellule staminali celebrali negli altri 15 pazienti arruolati per la sperimentazione di fase 1, dalla quale si avranno risposte sulla sicurezza e la tollerabilità della terapia. In questo nuovo gruppo, di età compresa fra 18 e 60 anni, si prevede di raddoppiare la quantità di cellule staminali da trapiantare, passando da 5 a 10 milioni. In programma un ulteriore aumento nei gruppi successivi di pazienti, in modo da valutare eventuali effetti neurologici e terapeutici. Conclusa questa prima fase della sperimentazione, si prevede un periodo di monitoraggio, con controlli mensili nel primo anno e semestrali nei successivi cinque anni dall’intervento. (ANSA).
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