Nonostante i danni fatti dallo scorrere del tempo e dall’innalzamento del livello del mare, alcune tombe hanno alcune parti integre e decorate. “Si tratta di deposizioni funerarie che si collocano in una fase avanzata dell’età del Bronzo (XII-XI secolo a.C.) e che sono da attribuire con ogni probabilità a persone di rango come dimostra il rinvenimento di un rasoio bitagliente in bronzo tipo Pertosa che, diversamente dagli ornamenti femminili in bronzo e ambra sin qui scoperti, suggerirebbe per la prima volta la presenza di un uomo tra le tombe con corredi di pregio”, spiega Teodoro Scarano del dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento che conduce le indagini. “Nei prossimi mesi – aggiunge il presidente del consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta – gli archeologi saranno impegnati nelle attività di microscavo e nel restauro di ceramiche e manufatti in bronzo” oltre che “nelle datazioni radiocarboniche”. “L’obiettivo – conclude – è raccontare le storie di chi è vissuto più di 3mila anni fa a Torre Guaceto, i miti, i simboli e le ideologie che appartengono alla sfera del sacro (Ansa).
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