L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di mortalità da COVID: lo studio dei ricercatori dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, coordinato dal prof. Piero Portincasa,pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science and Pollution Research (https://rdcu.be/cGDW6), aiuta a chiarire i complessi meccanismi che determinano il rischio di morte in pazienti colpiti da COVID-19.
Lo studio compiuto su 147 pazienti nel periodo antecedente la campagna vaccinale dimostra per la prima volta in maniera diretta che, indipendentemente dai già noti fattori di rischio per mortalità da COVID (età avanzata e patologie croniche), i pazienti ospedalizzati per COVID hanno un rischio di evoluzione clinica più sfavorevole condizionato dalla precedente e recente esposizione a biossido di azoto (NO2). Tale inquinante atmosferico è estremamente diffuso e in ambito urbano è prevalentemente prodotto dal traffico veicolare e dal riscaldamento domestico alimentato da fonti fossili.
“La ricerca – spiega il primo autore dello studio Dott. Agostino Di Ciaula – dimostra che l’inquinamento atmosferico al quale si è esposti prima di contrarre l’infezione virale da SARS-COV-2 ha un ruolo di rilievo nel produrre alterazioni immunitarie che possono favorire l’infezione virale e condizionare il rischio di morte in pazienti successivamente ospedalizzati, soprattutto se fragili”.
“Questa pubblicazione – precisa il Prof. Piero Portincasa, docente dell’Università di Bari e Direttore della Clinica Medica “A. Murri” del Policlinico di Bari – conferma direttamente sui pazienti quello che in precedenza numerosi studi di tipo ecologico avevano indirettamente suggerito, cioè che la qualità dell’ambiente urbano è in grado di influenzare la malattia da COVID-19 e che misure di prevenzione primaria potrebbero significativamente ridurre la gravità dell’infezione, soprattutto in soggetti a rischio”.
Il titolo originale del lavoro è “Nitrogen dioxide pollution increases vulnerability to COVID‑19 through altered immune function” e gli autori sono Agostino Di Ciaula, Leonilde Bonfrate, Piero Portincasa e l’IMC-19, il folto gruppo di Medici della Clinica Medica “A. Murri” e della Medicina Interna Ospedaliera del Policlinico di Bari impegnati sul fronte COVID-19 sin dalla prima ondata della pandemia nel 2020 e attualmente coinvolti anche nella gestione di pazienti con patologie post-COVID e non-COVID.
Redazione