“Chiediamo per l’ennesima volta un segnale dal governo, dai nostri parlamentari, da chi rappresenta questo territorio, per porre fine a questo suo estremo gesto”.
É l’appello che rivolge la famiglia di Giuseppe Serravezza, l’oncologo salentino che da 11 giorni non mangia e non beve per protestare contro l’approdo del gasdotto Tap a San Foca, marina di Melendugno (Lecce). Ieri Serravezza ha ripreso lo sciopero della sete.
“Papà ha perso 12 chili – si legge nell’appello – la sua funzionalità renale è alterata e rischia di essere seriamente compromessa perché non beve. I 94 sindaci del Salento si sono mobilitati con lui, stanno urlando le istanze di un intero territorio, ma voi preferite tapparvi le orecchie. Ne prendiamo atto, risponderete alla vostra coscienza. Noi vi chiediamo, col cuore in mano, di mettere da parte i vostri veleni, le beghe politiche, i risentimenti personali. Qui c’è un uomo che rischia la vita per dare voce ad un territorio che vuol decidere il proprio futuro”.
ansa
di Antonio Carbonara