Taranto celebra Mario Costa con “Scugnizza”

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Taranto che gli diede i natali, celebra Mario Costa (1858-1933) con gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» nell’ambito della 73esima Stagione concertistica.

All’autore di «Era de maggio» che conquistò l’Europa con questa e molte altre romanze su versi di Salvatore Di Giacomo, giovedì 30 marzo, al Teatro Orfeo (ore 21), lo storico sodalizio ionico e l’associazione «Mario Costa» di Sabino Dioguardi rendono omaggio con la rappresentazione di «Scugnizza» (biglietti: platea e prima galleria € 25, seconda galleria € 20, terza galleria € 15, info 099.730.39.72). Protagonista la Compagnia di Operette guidata da Elena D’Angelo, lei stessa in scena nel ruolo del titolo e attesa, dopo il debutto di Taranto, al Teatro San Babila di Milano (1 e 2 aprile).

Musicata dal compositore tarantino su libretto di Carlo Lombardo, titolare della compagnia cui si deve la prima rappresentazione al Teatro Alfieri di Torino, il 16 dicembre 1922, «Scugnizza» è ambientata negli anni della messinscena e si basa su una sorta di «contrasto amoroso» in salsa napoletana, sottolineato da una schietta vena malinconica e una divertente ambientazione popolare.

Un ricco americano cerca di convincere una dubbiosa e indigente scugnizza, Salomè, a lasciare Napoli per l’America, convinto che «tutto far con i dollari si può». La donna, dunque, si trova inizialmente di fronte al dilemma della scelta tra una vita agiata lontano da Napoli o una vita difficoltosa nei luoghi familiari della città partenopea. Questo dilemma, apparentemente risolto a favore della prima opzione, si concretizza poi nella mandolinata dello scugnizzo Totò, il quale vuole che la ragazza della quale è innamorata resti a Napoli. Mister Toby, l’anziano americano che avrebbe voluto portare con sé la giovane Salomé, riuscirà, dunque, a portare oltreoceano solo i ricordi al suono di una musica straordinariamente accattivante. «Sugnizza» è, infatti, un condensato di melodie che da un lato interpreta un mondo fatto di spontaneità e nostalgia, mentre dall’altro si riallaccia direttamente all’opera verista con un richiamo alle migliori romanze pucciniane.

Al debutto di «Scugnizza» del 1922 è, inoltre, legato un famoso rifiuto di Nella Regini, celebrità dell’operetta di allora resasi indisponibile a interpretare il ruolo principale perché non poteva ammettere di andare in scena abbigliata nel modo trasandato prescritto dal libretto. Accettò solo qualche mese dopo, quando in occasione della prima milanese la compagnia ovviò ricoprendo di strass i vestiti logori della protagonista. Mentre fu Cettina Bianchi, un’altra grande soubrette degli inizi del Novecento, a segnare l’esordio pugliese di «Scugnizza» al Teatro Petruzzelli di Bari, il 14 novembre del 1924, e al Teatro Alhambra di Taranto, il 2 gennaio del 1925.

A far rivivere i fasti di quegli anni e «Scugnizza» di Costa, compositore passato alla storia non solo per le sue celebri romanze ma anche per la pantomima «Histoire d’un Pierrot», adesso è Elena D’Angelo, che dopo aver mosso i primi passi nel mondo dell’operetta con le compagnie Nadia Furlon e Corrado Abbati alla fine degli anni Novanta, nel 2005, scelta da Sergio Corucci, viene promossa primadonna della Compagnia Italiana di Operette, la più antica d’Italia, prima di diventare titolare della Compagnia Operetta Teatro al Massimo di Palermo e, infine, fondare nella stagione in corso una sua compagnia con l’intento di rispettare filologicamente libretto e spartito e utilizzare l’orchestra dal vivo.

di Antonio Carbonara

 

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