“TEATRO DUNQUE SONO”- PRESENTATO IL PROGETTO TEATRALE VINCITORE DEL BANDO ORIZZONTI SOLIDALI DELLA FONDAZIONE MEGAMARK RIVOLTO A PERSONE CON DISAGIO PSICHICO

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TEATRO DUNQUE SONO”

PRESENTATO IL PROGETTO TEATRALE

VINCITORE DEL BANDO ORIZZONTI SOLIDALI DELLA FONDAZIONE MEGAMARK

RIVOLTO A PERSONE CON DISAGIO PSICHICO

Alla presenza dell’assessora alla Giustizia e al benessere sociale e ai Diritti civili Elisabetta Vaccarella, è stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, il progetto “Teatro dunque sono”, vincitore del bando Orizzonti Solidali finanziato dalla Fondazione Megamark, in collaborazione con l’associazione culturale In S’Cena di Bari e con l’equipe del Csm AREA 4 del dipartimento di Salute mentale Asl Bari 4.

Il progetto, condotto da due professionisti dell’arte scenica, Giovanni Gentile e Barbara Grilli della compagnia Collettivo Teatro Prisma, vedrà al loro fianco l’associazione In S’Cena di Bari, con la sua fondatrice Dedi Rutigliano, esperta formazione nel campo attoriale teatrale e cinematografico,  con il supporto determinante dell’ equipe del Centro di Salute Mentale AREA 4 del dipartimento di salute mentale ASL BARI, diretto da Francesca Scorpiniti.

“Teatro dunque sono” durerà fino alla primavera del 2025: si aprirà l’11 ottobre, alle ore 21, con lo spettacolo “Senza rete – Lettere dal manicomio”, scritto e diretto da Giovanni Gentile, con Barbara Grilli e Alessandro Amoroso al Teatro forma di Bari. La colonna sonora sarà suonata live dalla band Campi di Fragole.

“Lettere dal Manicomio” è una produzione che affronta con sensibilità e intensità la questione del disagio mentale attraverso una serie di monologhi evocativi. Questo spettacolo non solo offre uno spaccato della storia e della condizione umana, ma si configura anche come un potente strumento di riflessione e dialogo sociale.

Successivamente, da metà ottobre e fino all’inizio della primavera 2025, nella sede dell’associazione in S’Cena (in via Giuseppe Pellegrini 15), si terrà il laboratorio teatrale a cura di Demetria Rutigliano: un’attività riabilitativa di tipo espressivo e motorio rivolta a utenti portatori di un disagio psichico significativo. Il lavoro terrà conto dei tempi e delle “esitazioni” dei partecipanti, privilegiando l’importanza del percorso rispetto a quella del risultato finale. Durante il percorso – che si concluderà con una rappresentazione presso il Teatro Anchecinema di Bari – gli utenti saranno stimolati a una maggior conoscenza di sé dal punto di vista emozionale e nel rapporto con il proprio corpo, accrescendo così la propria autonomia sociale.

Hanno illustrato gli obiettivi e le modalità del progetto, un’importante iniziativa per la promozione della cultura e della sensibilità della salute mentale, Barbara Grilli del Collettivo Teatro Prisma, Francesca Scorpiniti, responsabile del Centro Salute Mentale della ASL BARI 4, Demetria Rutigliano, presidente dell’associazione culturale In S’Cena, e Daniela Balducci della Fondazione Megamark.

“È un piacere essere qui oggi per presentare un progetto che unisce creatività, cura e inclusione – ha esordito Elisabetta Vaccarella – e che dimostra come il teatro possa essere uno strumento di benessere sociale. Voglio innanzitutto ringraziare tutti i partner che hanno reso possibile questa iniziativa, a partire dal Collettivo Teatro Prisma e dall’associazione culturale In S’Cena. Un ringraziamento speciale va anche all’equipe del Centro di Salute Mentale AREA 4 e alla Fondazione Megamark per il loro sostegno concreto.

Come amministrazione, siamo convinti che il welfare non debba limitarsi a fornire servizi essenziali ma debba promuovere anche progetti come questo, che offrono occasioni di espressione, emancipazione e rinascita. Sin da quando mi sono insediata, ho chiarito che il tema della salute mentale sarà uno dei pilastri del mio mandato. Il teatro, con la sua capacità di coinvolgere e stimolare riflessioni profonde, diventa un mezzo per far emergere l’identità, le emozioni e il potenziale di ciascun individuo, oltre la malattia, le situazioni di disagio e le difficoltà quotidiane.

Lavorare con persone che vivono un disagio psichico non è solo un atto di assistenza, ma una forma di riconoscimento della loro dignità e della loro capacità di esprimersi. E proprio grazie a iniziative come questa, possiamo contribuire a superare lo stigma che accompagna il disagio psichico e favorire una reale inclusione.

Grazie ancora a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. Non vediamo l’ora di assistere ai risultati di questo viaggio, teatrale e umano”.

“Il Collettivo Teatro Prisma – ha proseguito Barbara Grilli – è sempre stato felice di mettere a disposizione le proprie competenze per promuovere solidarietà e accoglienza. Il progetto “Teatro dunque sono”, di cui siamo capofila in collaborazione con l’associazione In S’cena e con l’equipe del Centro di Salute mentale ASL Ba4, mira proprio a questo. All’inclusione e alla sensibilizzazione nei confronti del disagio psicologico e psichiatrico che, a tutt’oggi, sembra essere ancora un tabù”.

“L’associazione In S’Cena collabora da anni con la ASL promuovendo  progetti incentrati sulla salute mentale – ha spiegato Demetria Rutigliano -: il progetto che presentiamo oggi è nato da un laboratorio condotto la primavera scorsa con gli utenti del CSM. Nella mia ormai lunga esperienza ho avuto modo di verificare che il disagio psichico è un fenomeno purtroppo in crescita, che oggi più che mai tocca i più giovani, ed è per questo che ringrazio la Fondazione Megamark che ci offre la possibilità di affrontare un percorso teatrale con chi soffre di patologie mentali. Il laboratorio che realizzeremo a partire dal 7 ottobre prossimo, con il supporto della dottoressa Cecere e dei suoi collaboratori, sarà il luogo dove i partecipanti potranno esprimere liberamente la propria sensibilità e creatività al riparo da ogni pregiudizio. Lavoreremo sulla fiducia e sull’idea di accogliere ogni emozione, lasciando spazio alle improvvisazioni, consapevoli che ciò che conta è il percorso che faremo insieme ai partecipanti, che se da un lato avranno l’occasione di uscire dall’isolamento che spesso accompagna il disagio mentale, dall’altro potranno scoprire talenti e potenzialità che li aiuteranno a sentirsi più forti e via via più autonomi”:

“A nome del Centro di salute mentale della Città di Bari – ha detto Francesca Scorpiniti – ringrazio l’associazione In S’Cena che ci ha consentito di fare un laboratorio teatrale con pazienti afferenti al nostro centro: è stato l’inizio di un lavoro congiunto che ci ha portato a realizzare una serie di percorsi positivi per i nostri ragazzi. Da lì, poi, è nata la collaborazione per ideare e organizzare il progetto che oggi vi presentiamo, e che si aprirà proprio con l’evento teatrale in programma il prossimo 11 ottobre al Teatro Forma. “Teatro dunque sono”, peraltro, si inserisce nell’arco di un’iniziativa più ampia che il CSM promuove in occasione del 10 ottobre, giornata mondiale della salute mentale. Proprio in vista del 10 ottobre abbiamo programmato una serie di eventi, al via dal 4 ottobre, per “aprire” la cittadinanza al tema della salute mentale portata attraverso l’arte, attraverso il teatro. Non già, quindi, come qualcosa di stigmatizzante ma, al contrario, come qualcosa alla quale siamo tutti, in vario modo, interessati”.

“Fondazione Megamark da dodici anni indice il bando Orizzonti solidali e sin dall’inizio guarda con grande attenzione al teatro come forma di cultura e di assistenza – ha concluso Daniela Balducci -. Non a caso tra i progetti finanziati in una delle prime edizione del bando c’è stata la messa in scena di una versione rivisitata di Romeo e Giulietta nelle periferie della città. A questa edizione 2024 di Orizzonti solidali sono state candidate circa 300 proposte progettuali e la scelta della commissione, che ha optato per questo progetto, è stata dettata dalla convinzione che il teatro rappresenti una grande occasione di cura e di scambio, un luogo di espressione libera, uno spazio privo di pregiudizi in cui ognuno può dar voce a sensibilità e emozioni diverse. Un’esperienza che arricchisce tanto chi insegna quanto chi apprende, in una dimensione circolare segnata dall’accoglienza dell’altro e dei suoi bisogni.

Dunque, a nome della fondazione, vi auguro buon lavoro, consapevole che le mete più importanti si raggiungono solo lavorando in rete”.

redazione

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