In scena al teatro Piccinni di Bari “Aspettando Godot” di Samuel Beckett con la regia di Theodoros Terzopoulos che ha curato anche scene, luci e costumi.
Terzopoulos, riconosciuto maestro del teatro contemporaneo, ha come cifra stilistica un approccio ai classici teso a indagare le questioni universali dell’essere umano. “Aspettando Godot”, capolavoro del teatro dell’assurdo, mette in scena l’attesa infinita di Didi e Gogo, che riempiono il tempo con dialoghi vuoti che non aggiungono nulla alla situazione che stanno vivendo. I personaggi mostrano l’inutilità della ricerca di un fine alla vita umana, la loro è semplice sopravvivenza, tanto che parlano di suicidio con leggerezza.
Terzopoulos crea un dialogo tra la contemporaneità e il dramma beckettiano, che diventa una chiave di interpretazione del presente. Nella versione del regista greco, la vicenda è ambientata in un futuro prossimo, in un mondo in rovina, in un paesaggio spoglio, con gli echi della guerra in sottofondo, e ci si chiede quali siano le condizioni minime per pensare a una vita che valga la pena di essere vissuta.
Ma nel mondo di Beckett non ci sono risposte alle domande dell’uomo, il racconto è pervaso da rassegnazione, si attende qualcosa che non arriverà mai, anche per non dover agire. Perché niente succede sul palco e il futuro dell’essere umano è avvolto da un pessimismo senza speranza.
Suggestiva la scena pensata da Terzopoulos, con una struttura quadrata che apre porte e finestre per far apparire gli scampoli di vita di quelli che sembrano sopravvissuti a una guerra di cui portano ancora visibili i segni.
Magistrali gli attori in scena Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola. Suggestive le musiche originali di Panayiotis Veliantis.
Replica domenica 25 febbraio alle ore 18.
Maria Cristina Consiglio