C’è l’intercettazione di un dialogo che ha sconcertato gli investigatori nei verbali delle indagini sul tonno adulterato che stamani ha portato il Nas di Bari ad eseguire 18 misure cautelari a carico di altrettanti indagati tra la Puglia e la Campania. Le misure sono state eseguite dopo che – ha spiegato il procuratore di Trani, Renato Nitti – “nella prima fase di indagine alcuni degli intossicati sono finiti in rianimazione o in terapia intensiva”.
Il dialogo – secondo l’accusa – dimostra la consapevolezza degli indagati sui reati compiuti.
L’intercettazione è del settembre 2021 e ad assere captata è la voce di una dipendente della società di certificazione coinvolta che dice ‘Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male. Nessuno ci ha lasciato le penne solo per grazia del Signore: non mangiare pesce crudo”.
Secondo il procuratore, lo stralcio della conversazione dimostra che tra i dipendenti del laboratorio di analisi “vi è la volontà di scremare i dati o di ometterli”, per “massimizzare il volume di affari viste le centinaia di chili di prodotto adulterato commercializzato in tutta Italia”. Le sostanze vietate usate per “rendere più appetibile il prodotto” erano nitriti e nitrati.
Secondo quanto emerso, il tonno pinna gialla (Thunnus Albacares, da cui prende il nome l’operazione), prima della sua immissione in commercio, veniva decongelato e adulterato con sostanze non consentite, per esaltarne l’aspetto e il colore “ma rendendolo, di fatto, nocivo per la salute dei consumatori”.
(ANSA).