La scia di vittime è lunga: più di 430 morti e quasi 208.000 infortuni sul lavoro in questo primo semestre dell’anno, ci fanno vivere una strage quotidiana che ci porta via ogni giorno in media dai luoghi di lavoro 3 persone, che escono di casa per andare a lavorare e non ci tornano tragicamente mai più. La settimana scorsa un ragazzo di 31 anni a Pordenone, un 40enne a Caserta, un 37enne in provincia di Latina e oggi un 23enne qui a Bitonto, in provincia di Bari, a confermare che la tragedia quotidiana delle morti annunciate sui luoghi di lavoro non si riesce colpevolmente a fermarla.
È questo il commento del segretario generale della Cisl Bari, Giuseppe Bocuzzi, dopo la morte di un 23enne travolto da un muletto carico di legname. La tragedia è avvenuta in una azienda della zona industriale di Bitonto.
“È indubbio – continua Boccuzzi – che servono più controlli e più coordinamento tra gli organi preposti alle verifiche nelle aziende. Il nostro territorio provinciale barese non può permettersi un tessuto di aziende, che nel campione sottoposto a controllo dagli Organi ispettivi si presenta in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza per quasi il 60%.
Sono anni che predichiamo come sindacato ed insieme alle associazioni datoriali nel sistema della bilateralita di investire nella formazione e prevenzione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tante norme, tante sanzioni, tante iniziative di formazione e informazione, sembrano purtroppo ancora non bastare per fermare questa tragedia e allora, pur continuando in quest’opera di sensibilizzazione e di costruzione sui luoghi di lavoro di una cultura e pratica della sicurezza, si colpisca o duramente quei comportamenti datoriali che piegano la sicurezza ad un costo comprimibile fino alla morte….”.
Redazione