Una serata delle grandi occasioni, quella di sabato 27 gennaio 2018, svoltasi nella splendida cornice della chiesa dell’Ave Gratia Plena, del comune di Guardia Sanframondi (BN). Alla presenza di numerosi cittadini guardiesi, si è svolto un interessante convegno per illustrare ed ammirare i lavori di pulizia e restauro dell’antica macchina da “orologio da torre” del campanile della chiesa Ave Gratia Plena. All’evento cittadino, oltre all’eccellente equipe di restauratori e tecnici, erano presenti il prof. Giuseppe Zollo, l’ing. Roberto Capolupo della Weal S.r.l. di Torino, ed il dott. Floriano Panza, sindaco di Guardia Sanframondi e la dott.ssa Elena Sanzari, assessore alla Cultura.
I presenti alla serata, ammirati ed anche un po’ emozionati, per quel legame forte che unisce la gente di una piccola cittadina, non tanto per quei congegni e meccanismi esposti in bella mostra, quanto al simbolo e al ricordo di un passato non troppo remoto, che con il trascorrere delle ore ed il suono dei rintocchi della campana, riporta inesorabilmente ad un tempo ormai passato.
Dopo un lungo periodo di analisi e studio, nonché di accurate e specifiche cure, è stato riconsegnato all’intera comunità di Guardia Sanframondi, questo bellissimo manufatto, intelligente opera di tecnica ed artigianato, frutto dell’illustre guardiese Cav. Alfonso Sellaroli (1855-1940), costruttore di “orologi da torre”, conosciuto ed apprezzato in Italia e in tutto il mondo.
Intervista ad Antonio de Blasio, componente della èquipe di restauratori
Antonio de Blasio come si è arrivati a questo straordinario recupero dell’antico orologio della torre campanaria Ave Gratia Plena?
Anni fa il nostro compianto amico Valentino Romano decise di sottrarre questa macchina all’incuria, all’abbandono e alle tentazioni di qualche “furbo” che volentieri lo avrebbe trafugato, carpendo anche qualche ringraziamento liberandoci di un pesante ingombro di ferraglia.
Il guardiese Angelo Garofano, con la collaborazione di amici e della Comet, si è impegnato a raccogliere la tacita “consegna” lasciata da Valentino, con l’intento di onorare la memoria di Alfonso Sellaroli! E’ stato un lungo e paziente lavoro. La macchina è stata smontata, fotografata, catalogata, disegnata e, con rispettosa attenzione, ripulita pezzo per pezzo e rimontata su un telaio costruito ad hoc con l’aggiunta di un quadrante in plexiglas.
Inizialmente la curiosità, poi lo stupore crescente col procedere dei lavori, hanno acceso il desiderio di comprendere e far comprendere anche agli altri le grandi capacità di cui doveva essere dotato questo costruttore guardiese.
I premi ed i riconoscimenti da lui ricevuti, anche oltre Oceano, diventano ancora più prestigiosi se si considera che la piccola officina, in cui il personaggio operava, era allestita in un paesino di poche migliaia di abitanti prevalentemente agricoltori, lontano dai grossi agglomerati urbani, senza vie di comunicazione importanti e soprattutto in assenza di energia elettrica!.
Cosa lega i Comuni di Guardia Sanframondi (BN) e quello di Turi (BA) ?
Recentemente, a seguito di una accurata ricerca storica delle costruzioni di Alfonso Sellaroli, abbiamo avuto il piacere di conoscere alcuni studiosi del comune di Turi. Questi, come noi, hanno manifestato un notevole interesse per un orologio, costruito dal nostro compaesano, installato nel 1892 nella torre civica di Turi, unico nel suo genere in quanto azionava tre quadranti diversi in tre altrettante direzioni.
Il rapporto affettuoso e lo scambio di notizie che si è andato consolidando in breve tempo per il comune interesse, potrebbero essere i presupposti per un programma di recupero anche di quella importante macchina.
Nel convegno tenuto a Guardia Sanframondi è stata illustrata, dall’ingegnere Roberto Capolupo della Weal S.R.L. di Torino, la possibilità di effettuare la pulizia e la protezione di questi meccanismi con tecnologie a cavitazione ultrasonora, già in corso nel recupero dell’orologio di San Lupo. Questa tecnologia, adottata per sistemi avanzati di clearing nei settori meccanico, aereonautico, medicale, ottico, farmaceutico ecc., costituirebbe una novità non invasiva negli interventi su questi meccanismi che, inutilizzati nel tempo, rischierebbero di deteriorarsi irrimediabilmente.
La sostituzione di queste macchine con i moderni e più compatti congegni elettrici ne ha purtroppo decretato l’abbandono, pertanto senza un intervento a breve scadenza esse sono destinate ad una inevitabile rottamazione. Eppure hanno rappresentato per molti anni motivo di onore e prestigio per il nostro Alfonso Sellaroli!.
Stefano de Carolis (giornalista)
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