“Un autunno d’agosto” di Agnese Pini al Libro Possibile Winter

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Una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura: Agnese Pini porta al Libro Possibile winter il suo ultimo libro “Un autunno d’agosto”, edito da Chiarelettere. Un romanzo civile sugli orrori nazifascisti, per ricordarci che, ora come allora, solo il senso d’umanità può salvarci dal massacro. L’incontro con l’autrice, organizzato in collaborazione con i Comuni di Capurso, Casamassima e Cellamare, è previsto lunedì 15 gennaio, alle 18.00, nella Biblioteca Comunale G. D’Addosio di Capurso. Modera Lino Patruno, saggista, già Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. Intervengono: Michele Laricchia, sindaco di Capurso; Rosella Santoro, direttrice artistica del Libro Possibile; Maria Morisco, dirigente scolastica dei Licei Cartesio di Triggiano. Partecipano gli studenti del Cartesio. Il 16 gennaio alle 10.30, la Pini incontra gli studenti del Liceo Simone-Morea di Conversano.

Agnese Pini è una nota giornalista italiana, direttrice dei quotidiani del gruppo Monrif: La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, Il Telegrafo e Quotidiano Nazionale. Le stragi e i crimini di guerra che affliggono l’attualità sono stati per lei l’impulso a fare un salto nel passato: in un Italia assediata dai nazifascisti, dove si è consumato un capitolo drammatico della storia della sua famiglia, narrato con scrittura intensa e piena di grazia, in “Un autunno d’agosto” (Chiarelettere). Nell’estate del 1944, a San Terenzo Monti, un piccolo paese tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini. L’esecuzione è accompagnata dal suono di un organetto e arriverà a scolpirsi nella mente di Agnese, attraverso la memoria della sua progenie. “Una storia così” dice l’autrice “lascia un segno indelebile nelle famiglie che l’hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. È una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l’umanità e l’amore escono più forti che mai. L’ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina del libro), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d’Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt’altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L’ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l’ho capito perché nel nostro paese c’è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia raccontata in questo libro può diventare allora un’occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova”.

Appuntamento con Agnese Pini: lunedì 15 gennaio, alle 18.00, nella Biblioteca Comunale G. D’Addosio di Capurso. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

redazione

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