UniBa. E’ italiano il primo studio completo sulle PROS
Coordinato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e con la partecipazione di ricercatori ed esperti in tutta Italia, il lavoro ha preso in esame oltre mille pazienti con mutazione del gene PIK3CA, dalla quale dipendono un gruppo di condizioni/sindromi rare spesso congenite (raggruppate nell’acronimo PROS) caratterizzate da accrescimento eccessivo asimmetrico di uno o più distretti corporei.
I ricercatori hanno lavorato un anno, prendendo in esame 1.007 casi, di cui 150 italiani, dal 2012 a oggi, e analizzato la correlazione esistente tra la presenza della mutazione nel gene PIK3CA (genotipo) e le manifestazioni cliniche (fenotipo) in questo complesso quadro di condizioni e sindromi rare che hanno come conseguenza l’iperaccrescimento di una o più aree del corpo. Lo studio, quindi, identifica e analizza le mutazioni somatiche del gene PIK3CA e “mette ordine” tra le conseguenti manifestazioni cliniche, che nelle PROS sono numerose ed eterogenee.
Pubblicato sulla rivista Journal of Medical Genetics (del Gruppo British Medical Journal) con il titolo Genotypes and Phenotypes heterogeneity in PIK3CA related overgrowth spectrum and overlapping conditions: 150 novel patients and systematic review of 1007 patients (Eterogeneità di genotipi e fenotipi nello spettro PROS e condizioni sovrapponibili: 150 nuovi pazienti e revisione sistematica di 1.007 pazienti), il testo è il risultato di un anno di lavoro e di una lunga revisione.
«Questo studio è il frutto di una straordinaria collaborazione a livello nazionale», spiega la coordinatrice Nicoletta Resta, professore ordinario di Genetica Medica all’Università degli Studi di Bari, direttore dell’Unità Operativa Complessa del laboratorio di Genetica Medica del Policlinico di Bari e presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Italiana Macrodattilia e PROS (AIMP). A co-coordinare il lavoro all’Ospedale Regina Margherita di Torino è stato il dottor Alessandro Mussa, professore associato del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università degli Studi di Torino. A collaborare alla ricerca sono stati 40 specialisti di università e ospedali in tutto il Paese, tra cui il Policlinico Gemelli e il Bambin Gesù di Roma, il San Gerardo di Monza, il San Bortolo di Vicenza, il Caldarelli di Napoli, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il San Carlo di Potenza, a testimonianza di un impegno che ha coinvolto eccellenze da Nord a Sud.
Le PROS (condizioni da iperaccrescimento PIK3CA-correlate) sono un gruppo di condizioni/sindromi rare caratterizzate da accrescimento eccessivo asimmetrico di uno o più distretti corporei e che fino al 2012 erano considerate come entità separate e diagnosticate esclusivamente sulla base del quadro clinico. Grazie al Next Generation Sequencing (NGS), si è identificata la causa genetica di questi iperaccrescimenti, e cioè un gruppo di mutazioni somatiche a guadagno di funzione nel gene PIK3CA, un gene che codifica per una proteina che ha un ruolo chiave nei processi di crescita della cellula e che è implicata in molti tumori.
Il risultato è innanzitutto una “guida pratica” per i medici: «Questo studio, per il quale ringraziamo anche i pazienti e le famiglie dell’AIMP, può essere un utilissimo strumento per tutti i clinici che hanno a che fare con questi disordini e ne sanno poco», spiega la dottoressa Resta, «e con in mano un referto possono trovare subito le possibili correlazioni fra il tipo di mutazione e le sue caratteristiche cliniche». Altro obiettivo della ricerca è semplificare la parte diagnostica. «Ci siamo resi conto che dieci mutazioni coprono il 70 per cento di tutti i casi», continua la Resta: «I kit per una diagnosi veloce oggi prendono in considerazione solo alcune mutazioni del gene PIK3CA, come quelle implicate nel tumore alla mammella. Ora invece potrebbero essere sviluppati nuovi kit commerciali specifici per le PROS e basati sulle dieci mutazioni più frequenti». Dallo studio emerge anche un altro aspetto, ovvero che ci sono manifestazioni cliniche che sembrano riconducibili alle PROS, ma in realtà dipendono da geni diversi da PIK3CA. I pazienti che rientrano in questa casistica a oggi risultano negativi alla mutazione e non possono accedere a terapie mirate. Conclude la dottoressa Resta: «Aver messo insieme questa casistica nazionale e internazionale ci insegna che fenotipi con caratteristiche sovrapponibili a quelle delle PROS necessitano di indagini su geni che dovrebbero essere sempre inclusi nel pannello di quelli da analizzare».
L’Associazione Italiana Macrodattilia e PROS (AIMP) è un’Associazione di Promozione Sociale nata nel 2017, che offre supporto e formazione alle persone con PROS e alle loro famiglie. Lavoriamo per sostenere la ricerca in questa area patologica ancora poco conosciuta, collaborando con centri clinici, ricercatori e associazioni di pazienti di tutto il mondo. L’obiettivo è aumentare le conoscenze sulla storia naturale dello spettro, e migliorare i percorsi di diagnosi e la presa in carico e il trattamento dei pazienti.
Redazione