Il meccanismo che ha permesso la stabilizzazione del cromosoma 2 nell’evoluzione dell’essere umano, potrebbe essere alla base dell’insorgenza di alcune patologie, come la sindrome di Down familiare e alcuni tumori ematologici.
E’ quanto ha evidenziato lo studio del gruppo di ricerca del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, coordinato dal professore Mario Ventura, e pubblicato sulla rivista ‘Molecular Biology and Evolution’. Lo studio ha rilevato che nello scimpanzé e nelle altre scimmie antropomorfe i due cromosomi ‘IIp’ e ‘IIq’ sono indipendenti, mentre nell’uomo i cromosomi corrispondenti si sono fusi: questo spiega perché il numero di cromosomi nell’uomo è pari a 46, mentre nei suoi parenti più vicini è pari a 48. Tale diversità – sottolinea Ventura – “ha rappresentato, da un punto di vista evolutivo, una forte barriera riproduttiva che ha isolato geneticamente le specie”.
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di Antonio Carbonara