Francesca Michielin, Marlene Kuntz, Samuele Bersani, Vinicio Capossela, Ron, La Rappresentante di Lista, Gemitaiz, Carlo Amleto, Fido Guido, Luca De Gennaro, Meg, Mezzosangue, Niccolò Fabi, Nino Frassica con la band, Omini, Vasco Brondi, Vinicio Capossela, Tonino Carotone, Studio Murena, Willie Peyote, Renzo Rubino, Kento, Terraross e Venerus. E’ il cast dell’Uno Maggio libero e pensante, il concertone di Taranto che compie 10 anni e mette al centro dell’edizione 2023 la parola d’ordine ‘libertà’. Novità di quest’anno, la presenza sul palco, allestito nel parco archeologico delle Mura Greche, della Uno Maggio Orchestra, una band creata ad hoc, composta da diversi musicisti che interagiranno con molti degli artisti in line up, formata da Roberto Angelini alle chitarre, Fabio Rondanini alla batteria, Gabriele Lazzarotti al basso, Adriano Viterbini alle chitarre, Andrea ‘Fish’ Pesce, alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo al violino, Beppe Scardino al sax baritono/flauto, Stefano ‘Piri’ Colosimo alla tromba/flicorno.
A condurre, alcuni dei volti che hanno gestito l’evento dalla prima edizione, Valentina Correani, Martina Martorano, Valentina Petrini, Serena Tarabini e Andrea Rivera.
Le esibizioni musicali si intrecceranno ancora una volta con la voce degli attivisti, dei lavoratori dell’ex Ilva in amministrazione straordinaria, della comunità di Cutro, dei giovani di Fridays for future, alternando le note alle vertenze del lavoro e dell’ambiente, raccontano i direttori artistici Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci. “Taranto – sottolinea Riondino – resta per la politica italiana l’unico luogo in cui il cittadino, chi vota, ha la possibilità di contarsi. Il fallimento delle politiche di sinistra sta nel fatto che ormai ci contiamo in pochi, ma questo non vuol dire che non esistiamo, vuol dire che Taranto deve esistere, è una metafora della necessità di essere presenti”. E ancora: “Il Pd ha sfornato non so quanti decreti salva-Ilva: siamo un’occasione per il Pd, per un nuovo sindacalismo, una nuova sinistra italiana: finché ci vedranno come quattro scappati di casa che se la cantano e se la suonano, non avremo voce né rappresentanza”. (ANSA).
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