Emiliano ha licenziato Maraschio con un messaggino, come fanno certi padroncini. Anche lo stile è importante nella politica.
Così l’ex governatore pugliese e presidente di Sinistra Italiana, Nichi Vendola, ha criticato la revoca della delega da parte del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, per poter procedere ad un rimpasto dopo le ultime vicende politico-giudiziarie che hanno riguardato il centrosinistra in Puglia.
A chi gli chiedeva se si possa essere trattato di una forma di ritorsione politica per l’appoggio al candidato sindaco Michele Laforgia (sostenuto dalla Convenzione e da M5S), Vendola ha chiarito che “le questioni andavano su due piani distinti, è noto il mio impegno per un mese per ricucire l’alleanza”.
“Io non ho alcun rancore nei confronti di Michele Emiliano, non mi interessa come essere umano. Mi interessa – ha aggiunto – per le sue azioni e per come queste si riverberano nella vita dei pugliesi”. “Emiliano e il Pd hanno perso un’occasione – ha rilevato Vendola – che era quella di ragionare con serietà sui problemi politici legati a queste grosse dosi di trasformismo”.
Vendola ha aggiunto di non aver aspettato le inchieste della magistratura “per protestare quando nel 2014 Emiliano ha fatto l’accordo con l’Udc, o quando ha fatto entrare Anita Maurodinoia nella giunta”. “Se ho taciuto io – ha detto – è per evitare che ci fosse la caricatura di un qualche rancore personale”.
“L’insieme degli scandali che hanno riguardato la Regione Puglia – ha detto ancora – hanno rappresentato per me un grande dolore, perché hanno sporcato l’immagine della regione. Si è abusato della metafora della Primavera pugliese e abbiamo tutti avuto la sensazione di una gelata”.
“Di fronte a una vicenda così dolorosa – ha spiegato – che metteva in vetrina una sequenza di mala politica inquietante, l’azzeramento della giunta era un atto di assunzione di responsabilità necessario e avrebbe meritato parole all’altezza”. “Bisognava chiedere scusa ai pugliesi – ha detto Vendola – avere l’umiltà di assumersi una responsabilità e non di scansarla continuamente. Questo avrebbe permesso di aprire un discorso sincero su ciò che non funziona”. Vendola ha ammesso di aver desiderato “fare la nostra parte indicando un metodo di lavoro, anche grazie all’intervento così forte di Elly Schlein.
Il Pd pugliese non è pervenuto, Emiliano ha però scelto di fare un’operazione (il mini rimpasto della giunta, ndr) che è un burletta rispetto alla pesantezza della situazione che si è venuta a determinare. Questo crea un motivo di rottura”. “Il Pd in Puglia – ha spiegato Vendola – dovrebbe essere capace in prima persona di esprimersi in passaggi così difficili, invece sembra prigioniero politico e questo per noi è sgradevole” ( Ansa).
Redazione