L’accusa di “atti persecutori” è quanto meno inusuale se il destinatario è quello che viene definito dagli inquirenti il ‘luogotenente’ del boss Angelo Notarangelo, ucciso nel gennaio del 2015, e le presunte vittime sono altre persone in odore di ‘mala’. E così, Marco Raduano, 32 anni, considerato un boss emergente della mala di Vieste, è finito in carcere per un reato inaspettato. Secondo quanto appurato dai carabinieri Raduano, già sottoposto al regime di sorveglianza speciale, aveva iniziato direttamente ed indirettamente a minacciare alcune persone di Vieste, almeno quattro delle quali vicine al clan rivale di Girolamo Perna. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri su ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo l’accusa Raduano terrorizzava, minacciava e faceva il bullo in paese, come se tutti dovessero rispondere alla sua volontà.
ansa
redazione